La facciata del Duomo di Pisa presenta quattro archi ciechi, alternati ai tre portali che permettono l’ingresso
alla navata centrale e alle navatelle adiacenti ad essa.
Le due arcate cieche principali che affiancano il portone centrale hanno entrambi un’elevata importanza,
infatti quella all'estrema sinistra contiene la tomba di Buscheto, l’architetto della basilica, mentre l’arcata cieca a sinistra del portale maggiore ospita una grande lastra marmorea che spicca per eleganza e importanza dell’epigrafe.
Quest’ultima rimanda a un episodio centrale nella storia di Pisa: l’incursione della flotta pisana nel porto di Palermo, che fruttò materiali e ricchezze utilizzate per la costruzione della basilica.
Questo avvenne nel 1064, quando Buscheto avviò la costruzione del Duomo; la flotta pisana, comandata
dal Conte Giovanni Orlandi, arrivò a Palermo e, dopo aver saccheggiato la città, catturò sei navi colme di ricchezze e con questa somma finanziarono la costruzione per la cattedrale. All’impresa parteciparono
combattenti provenienti da ogni classe sociale: “i maggiori, i medi e allo stesso tempo i minori”, mentre la flotta pisana era composta da vari tipi di navi; tra cui:
La Caracca: composta da tre alberi, un castello di prua e un cassero di poppa, tre vele quadre e una latina
e lo scafo lungo complessivamente 25-30 metri;
La Caravella, lunga complessivamente 15-20 metri, con tre alberi, tre vele quadre e un cassero di poppa.
Era più corta ma più veloce della Caracca.
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I quattro archi ciechi alternati ai tre portali della basilica |
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L'Italia nel XI secolo |
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La Vespucci, esempio di una Caracca. |
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La Pinta, esempio di una Caravella. |
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Francesco
SITOGRAFIA:
- Pisa e l’islam, 09/11/2016, Le Epigrafi del Duomo, http://pisaeislam.humnet.unipi.it/pi/duomo/
- Reti Medioevali, 09/11/2016, Pisa e il Mediterraneo, www.rm.unina.it/didattica/fonti/pisa/presentazione.htm
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