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giovedì 10 novembre 2016

L’epigrafe dell’arco cieco del Duomo di Pisa.

La facciata del Duomo di Pisa presenta quattro archi ciechi, alternati ai tre portali che permettono l’ingresso alla navata centrale e alle navatelle adiacenti ad essa.

Le due arcate cieche principali che affiancano il portone centrale hanno entrambi un’elevata importanza, infatti quella all'estrema sinistra contiene la tomba di Buscheto, l’architetto della basilica, mentre l’arcata cieca a sinistra del portale maggiore ospita una grande lastra marmorea che spicca per eleganza e importanza dell’epigrafe. Quest’ultima rimanda a un episodio centrale nella storia di Pisa: l’incursione della flotta pisana nel porto di Palermo, che fruttò materiali e ricchezze utilizzate per la costruzione della basilica.

Questo avvenne nel 1064, quando Buscheto avviò la costruzione del Duomo; la flotta pisana, comandata dal Conte Giovanni Orlandi, arrivò a Palermo e, dopo aver saccheggiato la città, catturò sei navi colme di ricchezze e con questa somma finanziarono la costruzione per la cattedrale. All’impresa parteciparono combattenti provenienti da ogni classe sociale: “i maggiori, i medi e allo stesso tempo i minori”, mentre la flotta pisana era composta da vari tipi di navi; tra cui:

La Caracca: composta da tre alberi, un castello di prua e un cassero di poppa, tre vele quadre e una latina e lo scafo lungo complessivamente 25-30 metri;

La Caravella, lunga complessivamente 15-20 metri, con tre alberi, tre vele quadre e un cassero di poppa. Era più corta ma più veloce della Caracca.
I quattro archi ciechi alternati ai tre portali della basilica 

L'Italia nel XI secolo 
La Vespucci, esempio di una Caracca. 
La Pinta, esempio di una Caravella.
Francesco

SITOGRAFIA:

  • Pisa e l’islam, 09/11/2016, Le Epigrafi del Duomo, http://pisaeislam.humnet.unipi.it/pi/duomo/
  • Reti Medioevali, 09/11/2016, Pisa e il Mediterraneo, www.rm.unina.it/didattica/fonti/pisa/presentazione.htm




"La facciata del duomo di Pisa presenta quattro file di logge."

Edificio o parte di edificio comunicante direttamente con l’esterno su uno o più lati palazzo in cui, nei comuni medievali, avevano sede gli organi rappresentativi della corporazione dei mercanti o mercanzia. Con lo stesso nome si indicano anche le gallerie a colonnati o arcate che si svolgono sopra al pianterreno intorno ai cortili dei conventi e dei palazzi rinascimentali, e alcuni portici pubblici destinati a uso civico o a mercato coperto, la loggia che in alcune basiliche romane si svolge sopra al pronao della chiesa, dalla cui finestra il pontefice si affaccia, in alcune circostanze, per impartire la benedizione. Veniva usato anche come balcone, terrazzo, e anche altana.

La facciata a salienti, o copertura a salienti, è un termine architettonico usato per definire la forma della facciata di un edificio, solitamente una chiesa, quando la copertura presenta una successione di spioventi posti a differenti altezze.

Solitamente, in una chiesa, la presenza di ogni singolo saliente a lato del vertice di copertura, corrisponde ad una navata laterale. La facciata a saliente ha origini illustri: era presente infatti nell'antica San Giovanni Laterano, anche se non si può parlare ancora di una vera e propria "facciata" in quanto il suo aspetto non era rilevante per i costruttori e seguiva semplicemente il profilo delle cinque navate interne.

Scenario di gioco di Castelvania New Generation con sfondo la translazione del duomo di Pisa

Vista frontale del duomo di Pisa
Vista laterale con torre di Pisa 

"Pisa: fra cattedrali e scienziati"




Cosa succederebbe se uno stolto tentasse di mettere in discussione una delle verità inconfutabili della religione, fulcro sul quale si poggia la società moderna e il pensiero teologico? Diventerebbe egli un reietto, un emarginato sociale o sarebbe considerato un genio incompreso?

Ne parla la storia di uno dei più celebri esempi del genio italiano indiscusso, Galileo Galilei.

È durante la sua permanenza a Pisa nel1581, che assiste alla celebrazione di una messa nel Duomo di Santa Maria Assunta, focalizzando la sua attenzione su una lampada oscillante. Quest'ultima, occupante la navata centrale della chiesa a pianta a croce latina immissa, dondola descrivendo archi sempre più piccoli, senza mai variare il periodo delle oscillazioni. Partendo da tale presupposto egli formula la legge sull'isocronismo o “Legge del pendolo”.

Pianta a croce latina immissa: intersezione del transetto con la navata al di sopra della metà della lunghezza. Alcune componenti principali:
  1. navata centrale;
  2. navatelle laterali;
  3. transetto: spazio che si sviluppa tra le navate e l'abside, trasversalmente alla chiesa dando luogo a uno spazio centrale detto "crociera" ove è solitamente collocata la cupola;
  4. cupola a forma ellittica: spazio simbolico che allude alla volta celeste;

La navata centrale della cattedrale, ossia lo spazio longitudinale in cui la chiesa è

suddivisa, presenta una copertura lignea.


Una delle cinque navatelle, spazi longitudinali affiancati alla navata centrale suddivisi da colonnati, aventi una copertura formata da volte a crociera, intersezione ad angoli retti di due volte a botte  che nel susseguirsi formano le campate, spazi quuadrangolari.
Lampada della Cattedrale di Pisa, detta "Lampada di Galileo"
Lampada votiva della prima metà del XVI secolo, l'effettiva lampada osservata da Galileo Galilei. Pisa, Camposanto Monumentale (Cappella Aulla)

Disegno presente nel "Trattato delle Resistenze" di Vincenzo Viviani. Raffigura l'istante in cui Galileo ebbe l'intuizione sulla legge del pendolo. si intuisce la presenza di pilastri compositi quadrilobati e finestre monofore strombate.






Galileo è considerato, al pari di Leonardo da Vinci, lo stereotipo del genio incompreso, definito uno “stolto folle”.


Condannato all’abiura per crimini contro la Chiesa, poiché i suoi scritti smentivano la verità inconfutabile delle Sacre Scritture: si tratta della teoria eliocentrica, la quale contraddice aspramente il passo della Bibbia nel quale Giosuè ordina al Sole di arrestarsi.
Galileo è una personalità storica che, credendo profondamente nei propri valori e principi, ha combattuto in un periodo nel quale era negata libertà di pensiero e di stampa, egli è riuscito a svincolarsi dalle convinzioni errate profondamente radicate nella mentalità italiana rinascimentale.

Martina
SITOGRAFIA:
  • Vecchio Rossella, "pendolo Galileo Galilei", www.sites.google.com, 8/11/2016; 
  • Carlo M. Trajna,3/5/2010 "Galileo contro le sacre scritture", www.terraincognitaweb.com, 8/11/2016;
  • Giuditta Fullone, "Galileo contro le sacre scritture", http://www.beic.it/project_galileogalilei/giuditta_fullone_sacre_scritture_e_autonomia_della_scienza.php, 8/11/2016; 
  • Giovanni Moruzzi, "Galileo e le sacre scritture",http://www.illaboratoriodigalileogalilei.it/scrittigalileo.html, 8/11/2016.
  • Pisainforma, 11/02/2014, http://pisainformaflash.it/notizie/dettaglio.html?nId=16739,8/11/2016
BIBLIOGRAFIA:
  • for you mother: frapiccini, giustozzi, le storie dell'arte, hoepli, Milano, 2012;
  • Alessandro Cruciani e Giovanni corbella, "Nuova guida rapida-Italia centrale", Arti Grafiche Ricordi, Milano, 1974.